Buongiorno a tutti,
Ringrazio tutti i membri della 7a Commissione Cultura e patrimonio culturale del Senato per l’ascolto e per aver reso possibile il nostro intervento.
Grazie Presidente per la parola.
Espongo il parere dell’Ente di Ricerca Scientifica ed Alta Formazione in sigla ERSAF, l’associazione datoriale che assume, a tutti gli effetti dell’art. 39 della Costituzione Italiana, come scopo la rappresentanza sindacale delle scuole e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, i collegi ed i convitti, gli educandati, gli istituti di istruzione e di formazione professionale che accettino il nostro Statuto ed i relativi regolamenti.
Siamo un grande gruppo di interessi che salvaguardia il settore economico delle imprese e degli operatori impegnati nel comparto formazione, ci fregiamo di rappresentare grandi gruppi italiani del comparto formativo, due università private, nonché circa 2640 scuole tra istituti ed enti di formazione.
L’ERSAF è presente in Italia con ben 139 sedi di rappresentanza territoriale, suddivise in 21 sedi regionali 86 sedi provinciali e 29 zonali strutturate con l’intento di portare ai nostri associati servizi formativi di eccellenza figlie dell’innovazione e della ricerca e nel contempo essere facilitatori nei rapporti con le istituzioni, le quali sono rese edotte delle particolarità del nostro lavoro e dell’importanza della nostra categoria nel bilancio italiano della cultura e delle competenze europee….
A tal scopo abbiamo, dal 2016 ad oggi, sempre operato come collettore di idee progettuali per la ricerca scientifica e la formazione universitaria, ci vantiamo di collaborare con la Fondazione per la Sussidiarietà per la ricerca delle competenze non formali, forse tra i primi in Italia.
Nel presente intervento non intendo focalizzare l’attenzione sulla necessità di accogliere in Italia le competenze non formali, mi sembra superfluo, inoltre il Prof. Maraschiello, nella successiva audizione dimostrerà, quasi scientificamente la valenza delle competenze caratteriali e la necessità di approvare in Italia la prima legge che segue le “Raccomandazioni del Parlamento Europeo e del Consiglio d’Europa del 2006” ed il successivo aggiornamento del 2018, raccomandazioni a seguito degli studi scientifici effettuati dal Joint Research Centre in sigla JRC di Siviglia per conto della Commissione Europea.
Pertanto la stessa Commissione Europea definisce già dal 2006, chiaramente, che le competenze caratteriali sono necessarie in un contesto sociale che vede sempre più i lavori come proceduralizzabili o meglio formulabile come algoritmo, in pratica lavori traducibili in un programma che può essere eseguito da una macchina o da un computer dotato di sensori ed attuatori.
Si pensi che con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale tutto questo avviene non solo per il lavoro manuale ma anche per quello intellettuale. E’ per questo che l’attenzione si deve necessariamente spostare da “conoscenze” e “abilità” specifici alle “competenze chiave”, definite dallo stesso Consiglio d’Europa LifeComp, ovvero Competenze per la vita!
Siamo nel 2024, sono passati ben 18 anni ed oggi finalmente siamo in procinto di accogliere la prima legge nazionale sulle competenze informali.
Mi compiaccio quindi per la discussione su questo ddl 845, perchè in qualità di Coordinatore nazionale dei progetti di ricerca scientifica dell’ERSAF, ho avuto modo di apprezzare particolarmente un lavoro accademico di ricerca effettuata con la collaborazione della Fondazione per la Sussidiarietà e finanziato al nostro Ente Bilaterale ENBAS per un milione e mezzo di euro dal MUR, una ricerca scientifica proprio sulle competenze caratteriali. Nello specifico il nostro progetto ha indagato sul ruolo attuale e futuro delle Character Skills, sia da un punto di vista teorico, sostenuto dall’ampia letteratura e dagli studi sul tema, sia da un punto di vista pratico, realizzando, dopo la fase teorica e di costruzione della traccia d’intervista, una ricerca operativa tra i docenti in formazione e tra gli alunni per valutare un rapporto di successo tra il possesso di determinate competenze non formali ed il successo scolastico ed accademico.
Successivamente abbiamo compreso le potenzialità delle competenze non formali nel campo delle politiche attive per il lavoro, consentitemi di definire questo aspetto come una vera e propria rivoluzione copernicana, basti pensare che abbiamo valutato la correlazione reale delle competenze LifeComp con il successo lavorativo in un’area determinata come macro settore economico e produttivo (codici ATECO). Ebbene oggi possiamo affermare che la definizione di “talento” come capacità intellettuale al di fuori dal comune (chiamata spesso genialità o estro), perde la sua valenza metafisica ed assume una correlazione ben definita frutto del possesso di determinate competenze caratteriali; pertanto le competenze LifeComp sono predittive del successo lavorativo.
Un altro aspetto importante deriva dalla particolarità che le competenze non formali sono assolutamente apprendibili, è possibile quindi imparare a sviluppare le proprie competenze caratteriali ed essere pertinente e concreto, in altre parole talentuoso nella vita lavorativa e nello studio. In pratica dare risposte concrete e speriamo definitive alle attività di contrasto della povertà educativa.
Come spinoff del nostro progetto stiamo progettando un software che aiuta i docenti tutor e gli operatori dei centri per l’impiego nella definizione delle competenze caratteriali e nell’orientamento dei soggetti.
Come vedete non sto enfatizzando troppo con la definizione di Rivoluzione Copernicana!
Per questi validissimi motivi, sono quì oggi per portare alla vostra attenzione alcune tematiche qualitative e caldeggiare una serie di migliorie da apportare al ddl 845.
Nello specifico la nostra associazione datoriale ritiene necessario intervenire sulla formazione dei docenti prevista dall’art. 3 ed in particolare sul comma 2 che amplia la platea dei soggetti formativi anche agli enti accreditati MIM per la formazione, abilitati ai sensi della Direttiva Ministeriale 170 del 2016, ovvero associazioni che hanno realizzato, nel corso del triennio precedente almeno tre distinte iniziative formative relative agli ambiti di cui si richiede l’accreditamento.
Ebbene noi riteniamo che una tematica così importante non può essere trattata da enti di orientamento non universitario, nello specifico riteniamo che la formazione ai docenti sulle competenze caratteriali debba essere destinata alle competenze degli enti autorizzati dal MUR ad erogare formazione universitaria:
Università,
Scuole Superiori di Mediazione Linguistica,
Consorzi Interuniversitari.
Enti che sottendono i propri percorsi formativi alla valutazione qualitativa di ANVUR e soprattutto che dimostrino competenza acquisita nello studio e/o ricerca scientifica della competenze caratteriali.
Didattica formulata da docenti universitari, poichè il docente universitario porta con sé non solo la qualità del proprio sapere, ma anche una riflessione sulla didattica della disciplina.
Stesso dicasi per l’art 4. comma 2 che definisce i requisiti e le modalità della partecipazione alla sperimentazione nazionale nonché le procedure e i criteri di selezione delle proposte progettuali presentate dalle istituzioni scolastiche ed in forza all’art 5 comma 1 anche nell’ambito dei percorsi dei centri provinciali per l’istruzione degli adulti.
Anche in questo caso riteniamo che la presente commissione possa agire in maniera qualitativa, definendo per legge i requisiti dei soggetti che sono chiamati a supporto delle istituzioni scolastiche ad effettuare la suddetta sperimentazione.
Naturalmente noi suggeriamo sempre enti autorizzati dal MUR ad erogare formazione universitaria e quindi Università, SSML e Consorzi Interuniversitari, enti in possesso di comprovata esperienza acquisita nello studio e/o ricerca scientifica delle competenze caratteriali.
Tale apporto qualitativo ha un precedente legislativo, la recente deliberazione regionale n. 538 del 06/10/2023 che definisce ed approva il Sistema Regionale di Certificazione delle Competenze e le Linee guida per l’Individuazione, Validazione e Certificazione delle competenze.
La Regione Calabria per la prima volta nella storia italiana, al capitolo 2.4 definisce le linee guida per l’attestazione delle competenze non cognitive e riserva alle sole università o soggetti di derivazione universitaria come i consorzi universitari o le SSML in possesso di comprovata esperienza nello studio e/o ricerca scientifica nel campo di applicazione delle competenze non cognitive, l’autorizzazione al rilascio delle attestazioni delle competenze caratteriali.
Pensiamo pertanto che questa sia la via maestra per cogliere in pieno i benefici di questa rivoluzione culturale e scientifica nel campo dell’istruzione e della formazione. Non possiamo perdere ulteriore tempo, vi è il bisogno di approvare una legge importante che diriga le azioni di contrasto alla povertà educativa, lo chiedono i 2,2 milioni di ragazzi fino ai 35 anni che non studiano e non riescono a lavorare.
Lo chiede l’Italia che lavora e necessita di manodopera specializzata ed adeguatamente formata.
Ringrazio la commissione per l’ascolto delle nostre proposte migliorative ed auguro a tutti buon lavoro nell’interesse del nostro amato paese.
Grazie